Dizionario del Cristianesimo

A B C D E F G I L M N O P Q R S T V

Definizione

Dal greco kleros, sorte, genericamente è l’insieme di coloro che, nella Chiesa  cristiana, esercitano il sacerdozio.

Il clero cattolico

Così (con termine che, con traslato ebraizzante, significa anche “ciò che tocca in sorte”, assumendo quindi il senso di “proprietà” o “eredità”) si chiamano gli ecclesiastici, intesi come coloro che hanno lasciato il mondo e scelto come loro unico possesso Dio  e il suo servizio. Questa nozione del clero come classe distinta e separata di persone ricorre fin dagli inizi del cristianesimo , poiché, come dispone il Codice di diritto canonico, per istituzione divina vi sono nella Chiesa dei chierici distinti dai laici.
La costituzione del clero è gerarchica: al diaconato, con il quale si diventa formalmente chierici acquistando i relativi diritti e doveri, segue il presbiterato e infine l’episcopato , il quale completa i gradi dell’Ordine sacro. Oggi chi entra nel clero tende, di regola, almeno al grado del presbiterato (quello dei semplici preti); ancora fino alla Rivoluzione francese molti restavano per tutta la vita o gran parte di essa in uno degli Ordini minori, allora esistenti, specialmente per potersi godere le rendite di qualche beneficio ecclesiastico o altri privilegi del clero. Inoltre, negli ultimi secoli del Medioevo molti erano detti chierici senza appartenere propriamente al clero. Poiché la gente studiosa per lungo tempo era stata solo quella di Chiesa, così si dissero gli studenti d’ogni condizione e spesso anche persone dotte in letteratura e nelle scienze.

Il clero nelle altre confessioni cristiane

Tra i protestanti che non hanno il sacramento  dell’Ordine, l’organizzazione dei ministri del culto varia a seconda delle varie confessioni. I luterani hanno una loro gerarchia su tre gradi: pastori, decani e ispettori ecclesiastici; le Chiese luterane scandinave hanno pastori e vescovi, che in Svezia dipendono da un primate. Gli anglicani hanno mantenuto i gradi di primate, di vescovo, di decano e di pastore. Le confessioni calvinistiche come pure i battisti non hanno distinzione gerarchica tra i ministri.