Dizionario del Cristianesimo

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Religione

Il termine (dal greco epifàinomai, appaio) fu usato per indicare l’apparizione di una divinità sulla Terra; come tale era spesso applicato, in forma appellativa (Epifane) ai sovrani orientali nei quali i sudditi vedevano l’incarnazione di una divinità. Fu poi detta Epifania l’apparizione del Cristo  sulla Terra e il termine passò quindi a designare la festa cristiana (6 gennaio) nella quale si celebra la manifestazione di Gesù  nei suoi tre principali momenti: l’adorazione dei Magi, il battesimo  nel Giordano e il miracolo  di Cana.

Folklore

Nelle manifestazioni folkloriche l’Epifania s’incentra sull’adorazione dei Magi, il loro viaggio, l’offerta e la richiesta dei doni. Nel Veneto gruppi di ragazzi girano per le case cantando laudi rievocanti la venuta dei Magi. In Toscana si svolgono rappresentazioni che ricostruiscono il viaggio dei Magi, chiamate “befanate” (in Trentino “beghenate”) data la presenza del personaggio della Befana nella parte di indovina; “befanate” sono detti anche i canti che gruppi di fanciulli intonano di casa in casa per ricevere regali. Tali manifestazioni si trovano in Calabria, Abruzzo, Sicilia, Puglia ecc. e sono conosciute come canti della strenna. Nella tradizione popolare, particolare spicco ha il personaggio della Befana: una benefica vecchietta che nella notte tra il 5 il 6 gennaio visita le case, lasciando regali per i bambini buoni e pezzi di carbone per gli altri. I canti della strenna, i presagi, i prodigi o fatti meravigliosi e le rappresentazioni drammatiche rinnovano usanze del ciclo del Natale. Gli esempi sui presagi sono vari: in Sicilia si crede che se il vento soffia nella sera dell’Epifania, soffierà per tutto l’anno. In Calabria le ragazze, andando a letto la sera della vigilia dell’Epifania, recitano speciali canti; se sogneranno una chiesa  addobbata a festa o un giardino in fiore sarà un segno di fortuna per le loro speranze. Nell’Epifania è molto diffusa l’abitudine dell’accensione dei fuochi: nel Veneto venivano accesi falò con fasci di spini per bruciare i fantocci raffiguranti la Befana; in Friuli dischi infuocati (cidulis) si fanno ruzzolare nei fianchi scoscesi delle valli. Era anche usanza nella ricorrenza dell’Epifania di annunciare con feste i fidanzamenti: in Toscana (e altrove) gruppi di giovani d’ambo i sessi scrivevano i loro nomi su pezzetti di carta che, successivamente tirati a sorte, indicavano le coppie. I fidanzati si comportavano in prosieguo di tempo da autentici innamorati e se la prova dava esito positivo si festeggiava il fidanzamento ufficiale; i fidanzati in prova venivano chiamati “befani”. Una tradizione singolare è quella del “re della fava” (personaggio collegato al re dei Saturnali), che veniva sorteggiato per mezzo di una torta nella quale s’impastavano tre fave di colore naturale e una nera: chi trovava quella nera veniva proclamato appunto “re della fava”, col privilegio di scegliersi la regina. L’episodio burlesco conferma il fatto che con l’Epifania inizia il carnevale.