Dizionario del Cristianesimo

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Teologia

La parola grazia (greco chàris e latino gratia) significa “dono” e sopravvive in alcune espressioni lessicali (graziosogratisgraziato). L’accezione religiosa si riscontra in numerose forme di religiosità. Designa anzitutto la benevolenza personale, il favore assolutamente gratuito con cui Dio  si piega sull’uomo (Grazia increata) e correlativamente e secondariamente l’effetto interno e trasformante che tale benevolenza produce nella creatura umana (Grazia creata). Nella Bibbia è Grazia l’intera economia della salvezza. Nei Padri della Chiesa  greci è l’intero agire salvifico di Dio  come processo cosmico di proporzioni universali che mira alla “divinizzazione” dell’uomo. Agostino concepisce la Grazia prevalentemente come un aiuto (auxilium) concesso gratuitamente da Dio e indispensabile per la salvezza che coglie l’uomo nell’intimo, nel suo libero agire, sacrificando però la visione universalistica precedente. La teologia  medievale tenta una sintesi tra i Padri greci e Agostino distinguendo nella Grazia la trasformazione dell’essere (Grazia abituale o santificante) e l’impulso per l’azione (Grazia attuale). La Riforma  protestante ha tendenzialmente ridotto la Grazia a una benevola e misericordiosa accoglienza riservata da Dio all’uomo peccatore che permane tale senza beneficiare di un’intima e decisiva trasformazione. Inoltre, alcuni riformatori hanno accolto la dottrina della predestinazione che limita il dono della Grazia ai soli predestinati. Secondo l’insegnamento del Concilio  di Trento l’uomo ha un assoluto e permanente bisogno della Grazia ed essa lo previene in ogni sua azione, ma a sua volta l’uomo è chiamato a dare il libero assenso alla Grazia. Dopo Trento prevalgono le dispute sul rapporto tra libertà e Grazia e ricompaiono forme di agostinismo esasperato e di predestinazionismo. Le condanne del Magistero della Chiesa  e i pronunciamenti del Concilio Vaticano  II definiscono in modo inequivocabile l’effettiva destinazione di tutti gli uomini alla salvezza e l’effettiva comunicazione della Grazia a tutti gli uomini. La teologia cattolica odierna intende restituire alla Grazia il suo significato primordiale: Grazia è Dio stesso in quanto liberamente dona se stesso (autocomunicazione) all’uomo per renderlo partecipe della sua stessa vita. Questo eterno disegno di Grazia si attua nel tempo attraverso la creazione, la chiamata alla fede  (vocazione ), la giustificazione e la glorificazione degli uomini. Essendo intervenuto il peccato , il disegno di Grazia si configura come redenzione dal peccato e come giustificazione dell’uomo peccatore. Secondo la dottrina cattolica l’uomo viene interiormente liberato dal peccato e reso già inizialmente (per quanto imperfettamente) partecipe della vita stessa di Dio (Grazia creata). Secondo gli ortodossi le “energie increate di Dio” per l’azione dello Spirito Santo  trasformano l’uomo divinizzandolo. I protestanti in genere richiamano la permanente peccaminosità dell’uomo e il suo continuo bisogno di perdono e si distanziano sia dalla “Grazia creata” dei cattolici sia dalla “divinizzazione” dei cristiani d’Oriente.

Diritto

Provvedimento di clemenza per il quale viene condonata in tutto o in parte la pena inflitta al beneficiario, ferme restando le pene accessorie e ogni altro effetto penale della condanna. A differenza delle parallele figure dell’amnistia e dell’indulto, la grazia è beneficio individuale, concesso dal capo dello Stato, cui il potere è conferito dal disposto dell’art. 87 della Costituzione.