Dizionario del Cristianesimo

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Nei primi secoli del cristianesimo  (a partire almeno dal IV secolo) erano così detti i fanciulli d’ambo i sessi che i genitori “offrivano” a un monastero perché, educati religiosamente, consacrassero la loro vita al servizio del Signore, e nel tardo Medioevo gli adulti che offrivano se stessi, i loro beni e i loro servizi a un monastero, a una chiesa o a un ospedale. L’oblazione dei fanciulli finì per scomparire quando con il Concilio  di Trento (1545-63) si fissò a sedici anni l’età per la professione. L’oblazione degli adulti, iniziata nel VII secolo, acquistò maggiore importanza nei secoli successivi, specialmente nell’XI secolo, quando presso i monaci si affermò la tendenza a una vita fatta di preghiera  e di studio. Tali oblati facevano parte del monastero, dove, pur attendendo a lavori manuali, si applicavano alla propria conversio morum, senza assumere però tutti gli obblighi dei monaci. Dei vari nomi dati a costoro prevalse quello di “conversi”. Nel XII secolo anche gli oblati o conversi vennero ammessi alla professione religiosa. Oggi vengono chiamati oblati i membri di alcuni istituti religiosi, con o senza voti solenni, tra i quali gli Oblati di san Francesco di Sales, congregazione fondata nel 1871 dall’abate Louis Brisson; gli Oblati di Maria Immacolata (OMI), congregazione fondata nel 1816 da monsignor Eugène de Mazenod; gli Oblti di Maria Vergine (o della Consolata), congregazione fondata nel 1815 da padre Pio Brunone Lanteri.