Dizionario del Cristianesimo

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Nel suo significato più corrente equivale a laicizzazione, al passaggio cioè di cose o di beni o di una qualsiasi realtà dal potere ecclesiastico a quello civile. Nel diritto canonico la stessa espressione assunse un significato più ristretto, e cioè venne a indicare il passaggio di persone fisiche, giuridiche, oppure di beni, dalle dipendenze del clero regolare a quelle del clero secolare. Si ha la secolarizzazione reale, quando riguarda i religiosi e importa lo scioglimento dai voti e da tutti gli altri obblighi della vita religiosa; si distingue dall’esclaustrazione, che consente al religioso di rimanere temporaneamente fuori del monastero, pur rimanendo obbligato all’osservanza dei voti. Sul piano più propriamente ideologico, il termine secolarizzazione ha acquistato nel XIX secolo il significato di sottrazione dell’attività e del comportamento umano in generale a indebiti controlli estranei, in particolare a quello ecclesiastico; il concetto ha pertanto punti di contatto con l’idea di laicismo e buona parte della Chiesa  cristiana ha visto in esso la causa prima dei mali che affliggono il mondo contemporaneo. Ma secolarizzazione ha nel tempo anche assunto una valenza positiva di valorizzazione dell’uomo, giudicato capace di liberarsi dai vincoli religiosi, acquisendo maggiore autonomia e responsabilità, come affermato da Dietrich Bonhoeffer. La corrente di pensiero secolarizzante, sviluppatasi nell’ambito di alcune teologie , ha assunto, secondo le diverse sfumature, la denominazione di teologia radicale, ateismo cristiano, teologia della morte di Dio .