Dizionario del Cristianesimo

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Secondo la dottrina cristiana designa la terza persona della Trinità , distinta dal Padre e dal Figlio e consostanziale a entrambi. Nel Primo Testamento lo Spirito Santo (ruach, al femminile) evoca l’atmosfera vuota e invisibile eppure indispensabile alla vita umana. Questa realtà cosmica (Spirito cosmico) mal definibile viene sperimentata ora come aria calma ora come vento violento. Lo Spirito Santo ha una funzione specialissima quando si tratta del re (Spirito regale). I profeti di Giuda approfondiscono questa prerogativa dei principi (Isaia) ritenendosi anch’essi muniti dello Spirito Santo. Ezechiele è il grande profeta dello Spirito. Con Gioele lo Spirito Santo viene promesso a tutte le categorie sociali del popolo eletto (Spirito comunitario). I testi sacerdotali del Pentateuco e del Cronista collegano lo Spirito Santo alla sapienza e all’intelligenza e considerano detentori dello Spirito tutti coloro che hanno a che fare con il tempio e con il culto (Spirito liturgico). I libri sapienziali identificano lo Spirito Santo con la sapienza e lo ipostatizzano fino a farne una realtà personale. Nel Secondo Testamento lo Spirito Santo, di cui la comunità fa piena esperienza il giorno della Pentecoste , è considerato in primo luogo come la potenza di Dio  che opera in Gesù . A partire dalla risurrezione  il Signore glorioso viene proposto come il datore dello Spirito e quasi identificato con esso. Nella Bibbia  non c’è alcun dubbio che lo Spirito sia una realtà divina. Rimane invece implicita la sua consistenza personale finché non si giunge a Paolo che considera la missione dello Spirito Santo come successiva e distinta da quella di Gesù e soprattutto al Vangelo  di Giovanni in cui lo Spirito Santo è denominato “Paraclito” e descritto come persona distinta dal Padre e dal Figlio, viva e operante. Quando venne messa in dubbio la rigorosa divinità dello Spirito Santo la Chiesa  intervenne nel I Concilio  di Costantinopoli (381) e definì lo Spirito Santo “Signore e Datore di vita, cui spetta la stessa adorazione e glorificazione riservata al Padre e al Figlio”.