Dizionario del Cristianesimo

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È l’insieme dei più antichi documenti contenenti in tutto o in parte i testi della Bibbia  nelle rispettive lingue originali. La loro importanza nel quadro della cultura generale dipende, oltreché dal peso che compete alla Bibbia nell’ambito della civiltà umana, dal numero straordinario di essi rispetto ai codici in cui ci sono pervenute le altre opere dell’antichità, dal pregio artistico di alcuni di essi e dalle scoperte sensazionali avvenute nel XIX secolo. L’età moderna delle scoperte fu inaugurata da Kostantin von Tischendorf (teologo e filologo tedesco, 1815-74), quando negli anni 1844-58 scoprì il Codice Sinaitico, manoscritto del IV secolo d.C. contenente quasi tutto il Primo (Antico) e il Secondo (Nuovo) Testamento in greco, conservato al British Museum. A partire dal 1864, si trovarono al Cairo parecchi manoscritti biblici, per lo più allo stato frammentario. Sempre in Egitto fu scoperto all’inizio del XX secolo il Papiro Nash contenente alcuni passi del Deuteronomio ebraico, la cui data si aggira verso l’epoca di Cristo . È conservato nella biblioteca dell’università di Cambridge. Anche più importante fu la scoperta, nel 1931, di un gruppo di papiri del III secolo d.C., conosciuti sotto il nome di Chester Beatty, contenenti ampie parti dei Vangeli , degli Atti , delle Lettere di san Paolo, e frammenti del Primo Testamento in greco. Nei medesimi anni (1935) veniva pubblicato da Colin Henderson Roberts un papiro della John Ryland’s Library di Manchester; tale papiro risale all’inizio del II secolo d.C. ed è il più antico frammento conosciuto dei Vangeli. A cominciare dal 1947, le scoperte di Qumran misero in mano agli studiosi frammenti ebraici e aramaici di quasi tutti i libri del Primo Testamento. A meno di un decennio di distanza, negli anni 1956-58, lo studioso V. Martin pubblicava il Papiro Bodmer II, della Biblioteca Bodmeriana di Cologny-Genève (Svizzera), contenente quasi tutto il Vangelo di Giovanni; la data del papiro oscilla intorno al 200 d.C. Gli è paragonabile per importanza il Papiro Bodmer XIV-XV, posteriore di pochi anni, contenente gran parte di Luca e di Giovanni (1-15). Oltre alla scoperta di questi testi biblici “canonici ” dev’essere menzionato il ritrovamento di numerosi scritti apocrifi  antichi, tra i quali i celebri loghia o detti di Gesù  e specialmente il Vangelo di Tommaso della Biblioteca Gnostica di Nag Hammadi. La scoperta di tali manoscritti non ha tuttavia suscitato uno sconvolgimento nel campo degli studi biblici.